
Alònissos. Oasi incontaminata nel cuore dell’Egeo
C’è un motivo se le Sporadi portano questo nome. È il nome stesso ad esplicitarlo: la parola “sporadico” di certo vi suggerirà la soluzione, “sparso, disperso, che non si manifesta in modo regolare”. Cartina geografica alla mano, diventa tutto più chiaro.
Le isole Sporadi
Si tratta a tutti gli effetti di due arcipelaghi diversi: le Sporadi Settentrionali sparse nell’Egeo nord-occidentale comprendono Skiathos, Skopelos, Alònissos e Skyros; le Sporadi Meridionali disseminate nell’Egeo sud-orientale comprendono invece Samos, Ikaria e il Dodecaneso. La maggior parte di voi conoscerà di certo Skiathos, Skopelos o Samos. Noi vogliamo parlarvi, invece, di un gioiello ancora poco conosciuto ai più, un gioiello remoto di questo vasto arcipelago, un’isola interamente salvaguardata da un parco marino, Alònissos.
Alònissos
Quest’isola greca colpisce innanzitutto per il verde della vegetazione che la riveste, in controtendenza rispetto alle vicine Cicladi decisamente più brulle, sia pure bellissime. Qui, il turismo di massa fa ancora difficoltà ad imporsi, e per fortuna: le ferree regole in fatto di tutela ambientale e i pochi isolani gelosi della loro terra hanno fatto in modo che questo angolo dell’Egeo si conservasse per gran parte incontaminato. Grazie a questa decisa politica preservazionista, Alònissos resta uno dei pochi ecosistemi del Mediterraneo in cui le foche monache vivono e si riproducono, per la felicità degli amanti degli animali che qui giungono ad osservarle.
L’isola e il turismo
La zona più turistica dell’isola è sicuramente quella delle spiagge di Kokkinokastro, Chrisi Milia e Agios Dimitrios, certamente bellissime, ma sulle quali si riversa la maggior parte dei turisti. In particolare, tra le tre, a vincere per magia e spettacolarità è Kokkinokastro, dove troneggia un fantastico promontorio di granito rosso che, incurante di ciò che lo circonda, pare pavoneggiarsi assumendo sfumature cangianti al mutare della luce.
Non aspettatevi scorci pittoreschi o romantici a Patitiri, la cittadina più grande dell’isola completamente ricostruita nel 1965 dopo un disastroso terremoto. Vi ripagherà invece Old Village – come viene indicata sui cartelli stradali – o Chora, un paesino a circa 3 km da Patitiri, una vera gioia per gli occhi: nonostante sia stata anch’essa distrutta dal terremoto, è stata completamente ricostruita rispettando il tipico stile greco, con case bianchissime a decorare e cesellare il verde intenso della collina su cui si adagia.
Come muoversi.
Scordatevi le macchine. Il mezzo più adatto a scoprire l’isola e ad esplorarne la natura lussureggiante è, senza dubbio, il quad. Noleggiatelo e preparatevi alla vostra personale esperienza alla scoperta degli angoli nascosti e più suggestivi dell’isola. Poi, per non farvi mancare nulla una gita in giornata in barca alla scoperta di Peristera, Kyra Panagia, Gioura, Psathoura, Skantzoura e Piperi, gli isolotti disabitati e selvaggi che circondano Alònissos.
Ad Alònissos non potrete che lasciare un pezzo di cuore. Il blu oltremare dell’acqua sfuma sulle spiagge di ciottoli bianchi e con pennellate nette tutto viene incorniciato da un tenue verde veronese a tratti bottiglia. Non c’è dubbio, state ammirando uno dei meravigliosi dipinti dell’artista più dotato di tutti i tempi, Madre Natura.
Alònissos è un vero gioiello, l’ho amata profondamente… non ho visto le foche monache, ma non importa sarebbero state la ciliegina sulla torta di un’esperienza già ...